venerdì 1 ottobre 2010

Di nuovo.

Sono di nuovo in uno stato di ascolto.

Sono solo e fumo una sigaretta.

L'aria calda e umida porta i rumori distanti fino alle mie orecchie.

Stavolta però voglio ascoltare dentro.

Sento il rumore della pressione che si alza e dei battiti cardiaci che aumentano.
Le orecchie fischiano, ma non perchè qualcuno sta pensando a me.
Le dita formicolano e sento come delle scosse risalire dalla base della schiena, insinuarsi nel cervello e rimbalzare sulle pareti interne della scatola cranica.

Il  corpo reagisce istintivamente contrastando le sostanze tossiche che ho assunto volontariamente.

Tutti ci avveleniamo un po' per sentirci più vivi. Ognuno sceglie veleni diversi.
Il pharmakon greco, veleno e medicina nella stessa parola.
Vita e morte. Una indispensabile all'altra per definirsi.

Gli oggetti attorno a me mi fissano con disappunto.
Mi viene da dire loro:
Facile per voi siete stati creati con scopi e funzioni precisi. Non come noi umani.
Volto loro le spalle.Ci provo almeno.

Continuo a godermi i miei battiti accelerati.

I veleni in circolo sono tanti e tutti molto potenti, ma so che sopravviverò anche stavolta.
Un'altra volta.
E so già che non sarà l'ultima.

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